Cerasuolo d’Abruzzo Cortalto: secondo classificato nella guida ai migliori rosati italiani.

Intervista al produttore: Enrico Cerulli Irelli

di Raffaele Mosca

Enrico Cerulli Irelli della Tenuta Cerulli Spinozzi.

Enrico, dicci qualcosa della tua realtà (Tenuta Cerulli Spinozzi)

L’Abruzzo teramano, la provincia più settentrionale del Regno delle Due Sicilie, è il luogo dove la mia famiglia per secoli ha lavorato per tracciare il proprio solco: da Fornaciari nel primo ‘700 a proprietari terrieri e banchieri nel corso dell’800, a professionisti, scienziati, imprenditori agricoli nell’ultimo secolo. La nostra azienda di oggi è un piccolo estratto di questa storia. La cantina di oggi è giovane, ma porta sulle spalle questa memoria e tutto il senso di responsabilità che viene dal radicamento profondo in questo meraviglioso territorio.

Che cos’è per te il Cerasuolo d’Abruzzo?

Il Cerasuolo d’Abruzzo è la rappresentazione più brillante, gioiosa, se vogliamo anche più attuale dell’uva Montepulciano, della quale è fatta al cento per cento: di quella il vino conserva e valorizza la freschezza nella struttura, la piacevolezza nella complessità, tutto goduto attraverso il filtro di un colore ciliegia che innamora.

Raccontaci qualcosa su Cortalto Cerasuolo d’Abruzzo Superiore 2023, il vino che si è piazzato al secondo posto in 100 Best Italian Rosé

Cortàlto è il nome che identifica un vigneto di Pecorino e alcuni vigneti di Montepulciano: sotto questo nome infatti produciamo un Pecorino, un colline teramane e un Cerasuolo Superiore. Il carattere che unisce questi tre vini è definito da una combinazione di tradizione e modernità: i vigneti hanno un’età che va dai quasi 10 del Pecorino ai 25 medi del Montepulciano; la vinificazione delle uve avviene in acciaio; l’affinamento dei tre vini avviene anch’esso in acciaio, con una lunga permanenza sulle fecce fini e saltuari rimontaggi; si tratta di vini che non temono il tempo, ma che riescono ad esprimere il proprio carattere anche da giovani. Per me Cortàlto rappresenta il futuro dell’azienda.

La vostra è una realtà di riferimento anche nel contesto delle Colline Teramane. Qual è il panorama del Cerasuolo in questa sottozona piccola ma importante dell’Abruzzo?

La nostra realtà è inserita pienamente nel contesto delle Colline Teramane, facendosi da sempre, con altre aziende della zona, alfiere della denominazione d’origine controllata e garantita che porta quel nome e che quel nome ha creato. Tanto il nome si è affermato, che oggi in quello si riconosce un territorio vinicolo (e non solo) di assoluto valore, nel quale è possibile produrre anche un Cerasuolo superiore (ma anche un Trebbiano superiore!). La storia di questa “sottozona” declinata in rosa è ancora da scrivere, ma le premesse sono buone.

Cosa rappresenta questo premio per voi?

Siamo esseri sociali e la nostra identità si costruisce nel confronto con l’altro: ogni riconoscimento di valore che venga dall’esterno contribuisce a renderci più forti. Più semplicemente questo premio ci ha reso felici e fieri e ha versato del balsamo sulle ferite ancora aperte: è molto utile per poter continuare a combattere.

Progetti per il futuro?

Continuare ad allevare le nostre uve con la massima attenzione, per poter farne vini all’altezza del nostro territorio e delle nostre aspirazioni.